In merito alla lettera aperta diffusa recentemente da Legambiente Vda, riguardante il deflusso minimo vitale nei torrenti della Valle d’Aosta, l’Assessore alle Finanze, Innovazione, Opere pubbliche e Territorio Carlo Marzi precisa quanto segue:
“E vissero sempre infelici e scontenti. Così, per non ingannare il suo bambino termina le favole (cit. Ennio Flaiano). Le favole, spesso, vengono raccontate dagli adulti ai bimbi ma nel caso specifico io non ho un ruolo pedagogico nei confronti di nessuno degli attori coinvolti rispetto al tema delle acque. Mi spetta, invece, un ruolo pragmatico di mediazione tra i legittimi interessi o le legittime opinioni di tutte le parti in causa. Anche in questo caso, quindi, quanto narrato estrapolando una risposta in Consiglio rispetto ad un tema specifico non è a mio avviso un fatto ma una delle opinioni di parte possibile e con questo valore va analizzata.
Legambiente ha preso spunto da una mia risposta resa in Consiglio per pubblicare una serie di considerazioni che, volutamente o per incompleta comprensione di quanto abbiamo affermato, rendono una visione partigiana della situazione reale che ho rappresentato.
Ribadisco, quindi, quanto abbiamo dichiarato in Consiglio: oggi non è necessario un provvedimento normativo per attuare il passaggio da deflusso minimo vitale a deflusso ecologico, in quanto le nostre disposizioni sono già allineate alle indicazioni fornite dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e sono contenute nel Piano di Tutela delle Acque: cioè abbiamo già fatto.
Mi trovo pertanto a restituire l’interpretazione autentica di quanto ho dichiarato: considerata l’importanza del tema è innanzitutto opportuno evitare il circolare di interpretazioni o informazioni parziali, in quanto generate da giudizi di parte.
Quello che conta è come viene calcolata la portata che è computata secondo un sistema congruente con la definizione di deflusso ecologico; inoltre, per le nuove derivazioni idroelettriche (quelle dopo il 2006) sono previsti dei rilasci addirittura superiori a quelli proposti dall’Autorità di bacino. La Regione sta anche adottando delle metodiche molto più raffinate su un numero di casi e una estensione territoriale che non ha eguali a livello nazionale: per questo la Valle d’Aosta è citata dal Ministero della transizione ecologica quale esempio virtuoso.
Il ruolo di un amministratore è quello di riconoscere tutti i portatori di interesse e non solo una parte di essi, decidendo sull’uso dell’acqua nell’interesse di tutti i valdostani.
La politica deve quindi individuare strategie e perseguire azioni di equilibrio complessivo tra lo sfruttamento delle acque, l’uso sociale, quello irriguo e l’utilizzo idroelettrico delle risorse idriche.
In tale ottica è bene sottolineare che gli aspetti ambientali sono tutelati e che non vi è l’intenzione di sottrarre acqua, ma che la contingenza rende necessario rivederne le misure idonee a fronteggiare gli effetti dei cambiamenti climatici nel settore delle risorse idriche.
La discussione che abbiamo avviato sul Piano di Tutela delle Acque rappresenta un momento di confronto importante: le sperimentazioni attive sul nostro territorio, che coinvolgono complessivamente 85 impianti idroelettrici, sono uno dei tre metodi previsti dal PTA stesso per definire la portata del deflusso ecologico.
La Regione in questi anni ha avviato diverse iniziative, in particolare nel settore irriguo.
L’esempio si riferisce al torrente Saint-Barthelemy, di fatto non più naturale in quanto reso un canale a cielo aperto a seguito dell’alluvione del 2000: la distribuzione delle acque è condivisa con tutti gli utenti irrigui ed idroelettrici in ordine ai comportamenti da tenere per assicurare un prelievo adeguato e garantire ai consorzi di disporre di acqua per irrigare.
Con l’Agricoltura – conclude l’Assessore Marzi – sono in corso attività per la ridefinizione delle concessioni di derivazione a scopo irriguo, finalizzate a definire le modalità per il rilascio dei quantitativi necessari.
A costo di essere noiosi abbiamo preferito passare dalle “favole” alla dura realtà… Siamo certi che a seguito della nostra risposta, la favola, che non è mai esistita, si trasformerà in un libro a puntate, un feuilleton… “Verso l’infinito e oltre”.
Fonte: Assessorato delle Finanze, Innovazione, Opere pubbliche e Territorio – Ufficio stampa Regione Autonoma Valle d’Aosta