AOSTA 2020

14 Settembre 2020Comunali 2020 Aosta, News dai comuni

Premessa
La Coalizione Aosta 2020 propone un’idea di città che permetta a ciascuno di
immaginare e realizzare il proprio progetto di vita, intrecciato con quello degli
altri, alimentato da relazioni affettive, energie di pace, cooperazione e
inclusione.
Le comunità di persone e gli edifici, gli arredi, le opere e le infrastrutture,
insomma gli spazi fisici e gli spazi sociali devono crescere e svilupparsi
armoniosamente, in modo reciprocamente funzionale e con una costante
attenzione alla bellezza, al gusto e al piacere del vivere insieme.
Ogni opera significativa compiuta per la città deve essere espressione di una
costruzione collettiva, di un patto stipulato con e per i cittadini.
Il Comune farà tutto quanto in suo potere per sostenere il tessuto economico e
sociale provato dalla recente pandemia, raccogliendo le occasioni di
finanziamento specifico nazionali ed europei, facilitando la creazione di nuove
attività imprenditoriali, sostenendo in ogni modo il commercio e l’artigianato,
ma anche le nuove famiglie che rischiano di cadere sotto la soglia della povertà.
Solo prendendo coscienza di se stessa e delle anime che la compongono Aosta,
incastonata tra le cime più alte d’Europa, può diventare la vera Capitale delle
Alpi Occidentali, regina di un paesaggio circostante unico al Mondo.

AOSTA 2020
UNA COALIZIONE E UN’IDEA DI COMUNITÀ
PRINCIPI FONDATIVI

La Città di Aosta
si ripensa insieme, attraverso forme di democrazia partecipata
immaginando e restituendo un nuovo volto alla città: verde, piena di
bellezze, di storie ed esperienze possibili a partire dalle linee guida del
Piano strategico già approvato – la mente e il corpo della città crescano in
armonia;

attenzione prioritaria agli “ultimi”, convinti che da questo si misuri
il livello di civiltà raggiunto da una comunità di persone e riconoscendo
la possibilità che ciascuno di noi, anche partendo da condizioni di
privilegio, possa vivere improvvisamente esperienze di privazione e di
marginalità sociale;

promuove una società inclusiva capace di trasformarsi come un
organismo vivente grazie all’interazione tra differenze, con la convinzione
che queste siano ricchezze e non limiti o pericoli e ognuno si senta
protagonista del proprio futuro;

salvaguarda la legalità
, vista come prevenzione del sopruso, dell’abuso e
della profittazione per fare in modo che diventi strumento di costruzione
di reali pari opportunità per tutti;

richiama i principi ispiratori della Resistenza e dell’Antifascismo, come
radici di una idea di cittadinanza, ma anche memoria da rinnovare nel
present e contro ogni minacci a al l a libertà individuale e
all’autodeterminazione dei popoli;

crede in una nuova centralità di movimenti e partiti restituendo loro
credibilità come nuclei di rappresentanza partecipata, luoghi di sintesi e
di condivisione d’istanze e di proposte politiche capaci di rispondere ai
bisogni di tutti i cittadini osservando leggi di onestà, trasparenza e spirito
di servizio, recuperando uno stile, compiendo scelte volte a premiare il
merito, le competenze e l’integrità morale delle persone: ne va della
tenuta della democrazia;

coltiva la dialettica politica e non lo scontro, cerca sintesi tra posizioni,
non alimenta radicalismi e abiura le strumentalizzazioni, le mistificazioni
dei dati di realtà e la politica urlata;

promuove lo sviluppo economico come fonte di benessere diffuso, come
premessa per una partecipazione democratica alla costruzione del futuro,
pensa la competitività come motore di innovazione e di sviluppo della
creatività personale e collettiva.

LE QUATTRO IDENTITÀ DELLA CITTÀ
Dai quattro punti cardinali dell’Aosta Romana si accede al cuore della
città: dalle vie maestre, dalla storia antica, dalla modernità più avanzata, e
dallo scambio di beni si generano vocazioni diverse, che si riconoscono e
insieme si mescolano, anche inconsciamente, nelle menti dei cittadini e
sono respirate dai visitatori occasionali. Al centro l’uomo e il suo
progetto di vita, che cresce insieme alla comunità di appartenenza
intrecciato con i progetti degli altri.

La premessa è che la città va sempre pensata come un punto nel Mondo,
che vive, respira ed è in equilibrio se sono favoriti contatti e intrecci tra
terre e popoli. Nella microdimensione la città, è poi fatta di relazioni
territoriali, funzionali e infrastrutturali tali da richiedere una
pianificazione sinergica con le amministrazioni e le popolazioni delle
aree limitrofe.

LA PORTA DEL PELLEGRINO
o della Via Francigena

La vita è viaggio, movimento, incontro, sviluppo e progresso, ma è anche
mutuo aiuto, sostegno alle fragilità e contrasto alle paure. Una città
moderna accoglie i viandanti con generosa ospitalità e capacità di
cogliere i bisogni di ciascuno e tratta ogni suo cittadino, ogni giorno, nello stesso
modo.

La Città-Collina, Tutta la Città
La Porta Nord si affaccia su una parte dell’Aosta rurale costituita da un
mosaico di realtà disseminate sulla collina con esigenze diverse e storie
particolari da preservare: spesso sono dimenticate, ed è per questo che,
in modo irrituale, cominciamo da loro.
Qui una importante fascia di popolazione deve poter godere delle stesse
opportunità e dei servizi di cui godono i cittadini nel centro della città,
pur mantenendo alcune specificità identitarie.
È indispensabile, in particolare, valorizzare le associazioni che presidiano
e animano le frazioni preservando il territorio e la comunità, garantendo
loro le adeguate strutture per continuare ad essere presenti (spazi – locali
/autorimesse per vigili del fuoco volontari, alpini ecc.) e aiutandoli a
favorire, attraverso azioni di sensibilizzazione anche nelle scuole, il
ricambio generazionale e la perpetrazione di questo modello virtuoso di
solidarietà anche in futuro.
Anche in accordo con le associazioni citate, si promuove l’istituzione
nelle aree collinari, ma anche nelle periferie, di aree di buon vicinato e
di relativi gruppi di “Cura del Vicinato” con referenti coordinatori di
zona opportunamente formati e collegati con le forze dell’ordine per
incrementare la soglia di consapevolezza del cittadino nel cogliere
potenziali pericoli per la collettività sia di piccola criminalità che di
danni all’ambiente, effettuare le segnalazioni ai soggetti deputati e tra
vicini, ma anche per assicurare piccoli aiuti a persone temporaneamente
in difficoltà.
Sul piano territoriale è importante il completamento della rete dei
sottoservizi, della raccolta di acque bianche in particolare e sostenere le
attività dei consorzi di miglioramento fondiario, naturali custodi del
territorio e attori principali nel mantenimento delle zone rurali della
collina.
La cura del territorio rappresenta un’esigenza precisa delle zone
periferiche. La riqualificazione dei sentieri ad uso turistico con
completamento della segnaletica, nonché la rivalorizzazione degli spazi
verdi in particolare quelli attrezzati per bambini guardano proprio in
questa direzione.
Ugualmente importanti e con esigenze sempre crescenti sono i servizi
scolastici, che devono essere assicurati garantendo standard di qualità,
mantenendo vivi e consolidando, anche, i rapporti con i comuni e le
realtà limitrofe.

Andare green: in bici, a piedi, con l’immaginazione
La viabilità e l’accesso alla città devono essere ripensati in funzione dei
lavori in atto presso l’ospedale e riconnessi con il Cardo massimo, nel
rispetto della storia architettonica della città.
Nella Città di Aosta 2020 ci si muove in modo fluido e sincronizzato
riducendo i consumi di prodotti altamente inquinanti verso una
prospettiva fossil fuel free da raggiungere prima del 2040.
Il sistema integrato di mobilità vede al primo posto i mezzi pubblici, la
bicicletta e la pedonalizzazione delle aree centrali, con una contestuale
riconsiderazione dell’attuale circolazione veicolare urbana, anche
sperimentando nuovi sensi unici di percorrenza, al fine di concorrere ad
una riduzione del traffico e della velocità con adeguati sistemi di
dissuasione nelle aree centrali allo scopo di rendere più vivibili le vie
cittadine e consentirà ai mezzi pubblici di circolare meglio e a pedoni e
ciclisti di muoversi in sicurezza.
Per questo riteniamo fondamentale agire lungo assi prioritari di
intervento, rivisitando nel caso le previsioni del Piano del traffico, per
decongestionare il centro città dal transito dei veicoli e massimizzare lo
scorrimento veloce in direzione est-ovest per tutti coloro che devono
semplicemente attraversare il capoluogo. Un quadro che si collega al
progetto già in corso di approvazione per la riqualificazione di via Mont
Emilius con la realizzazione di due nuove rotatorie attestate su via Valli
Valdostane e Corsi Ivrea, propedeutiche alla completa pedonalizzazione
della piazza dell’Arco d’Augusto; alla valorizzazione dell’asse via Festaz
– via Torino che deve essere rifunzionalizzato attraverso un progetto
capace di dialogare con la sua vocazione di “via centrale” dove si
affacciano importanti luoghi della città; alla riqualificazione di Corso
Battaglione Aosta quale “boulevard” di connessione e ricucitura tra il
centro storico e il quartiere di Saint-Martin e l’Area Megalitica, passando
per la vitalità di Viale Conte Crotti; al prolungamento di via Paravera in
direzione est per giungere alla completa “circumnavigazione” dell’area
CAS a cui aggiungere un nuovo tratto di via Lavoratori Vittime del Col
du Mont da realizzare a sud di via Berthet al fine sgravare quest’ultima
dell’attuale flusso di traffico.
Si intende avviare un tavolo di confronto con l’Amministrazione
regionale affinché sia garantita la gratuità per le navette verde e rossa a
trazione elettrica, la loro accessibilità anche a persone con disabilità e le
fermate offrano le informazioni sugli orari, sui tempi di attesa e sulla
linea in modo sintetico e leggibile su supporti resistenti agli agenti
atmosferici, ma anche in modalità telematica e siano dotate, ovunque
possibile, di pensiline e sedute per l’attesa.
La diffusione delle piste ciclabili già prevista nel piano recentemente
approvato, deve prevedere rastrelliere, colonnine di ricarica per le bici
elettriche, con punti di bike sharing in prossimità dei parcheggi,
protette da atti vandalici e da agenti atmosferici, soggette a manutenzioni
periodiche: solo con queste correlazioni si incentiva l’uso della bicicletta
trasformandola da accessorio per il relax domenicale in mezzo di
trasporto preferenziale per gli spostamenti in ambito cittadino.
La riduzione del traffico veicolare può consentire anche la riconquista di
spazi da destinare al verde in modo da attenuare il calore estivo e
contrastare così l’aumento delle temperature e i cambiamenti climatici,
nonché abbellire gli spazi collettivi.

Calpestare la terra, trovarsi a casa
Le aree pedonali del centro dovranno essere ampliate, in particolare
completando la pedonalizzazione dell’Arco di Augusto e, nello stesso
tempo, dovrà essere garantita la rapidità nella concessione dei permessi
per l’accesso regolamentato ai residenti, ai commercianti e ai loro
fornitori.
Le aree centrali liberate dalle auto lasciano spazio a bici e pedoni che
possono accedere meglio e in sicurezza alle attività commerciali con
marciapiedi più comodi e facilmente accessibili anche per anziani e
persone con disabilità.
La luce per un viandante, residente o meno, è importante, ma anche il
colore notturno della città riveste un valore estetico fondamentale: sono
necessari degli interventi sull’illuminazione pubblica che promuova una
progressiva trasformazione dell’intero parco con la tecnologia LED a
basso consumo e luce calda, garantendo così risparmio energetico e
atmosfera anche attraverso la riduzione dell’inquinamento luminoso con
corpi illuminanti orientati verso il basso.
I marciapiedi richiedono manutenzioni ordinarie e straordinarie costanti
e il progetto della città deve completare l’abbattimento di tutte le
barriere architettoniche e l’incremento del numero di panchine.
Per i pellegrini, i turisti che approdano alle stazioni per bus il primo
contatto deve essere accogliente: anche i bagni pubblici devono essere
rivestiti in modo da creare un equilibrio estetico tra elementi stilistici
tradizionali e modernità.

Ad ogni viandante occorre acqua
L’acqua è un bene primario che deve essere gestita con accurata
programmazione. per ciò va sostenuta la completa separazione
dell’utilizzo delle acque potabili e di quelle non potabili per
l’irrigazione di orti e giardini.
Le previsioni climatiche per l’area alpina indicano una sempre maggiore
frequenza degli eventi meteorologici estremi, con particolare riferimento
a lunghi periodi di assenza di precipitazioni, a ondate di caldo. L’acqua
ad uso potabile diventerà importante preservarla, i vari Ru diventano
opere primarie per tale obiettivo; con l’intermediazione del Comune è
poi da monitorare e sostenere la facilitazione nel predisporre vasche o
contenitori di accumulo per l’acqua nelle case private per recupero
delle acque meteorologiche e non potabili nelle fasi di abbondanza.
Per le acque potabili la priorità è la dispersione quasi zero: negli ultimi
anni si è lavorato per verificare lo stato della rete idrica e si è intervenuti,
ma oltre a monitorare la situazione attuale destinando le risorse adeguate
per gli interventi, diventa strategico per il medio lungo periodo trovare
alternative all’approvvigionamento dell’acqua potabile consorziandosi
con altri territori, come avvenuto per la vasca di Busseyaz che è già stata
collegata con l’acquedotto del Grand Combin.
Aosta si difende dal caldo. Adottare strategie per la difesa delle sempre
più frequenti “bolle di calore”. e al pericolo derivante dalle cosiddette
“bombe d’acqua”: andrà perciò predisposto un Piano di Sicurezza
Meteorologica per evitare danni e disagi derivanti questo fenomeno di
tropicalizzazione del clima. Gli unici elementi naturali che consentono
ad una città di calmierare gli effetti di periodi medio/lunghi con
temperature superiori ai 30 gradi e punte fino ai 40 gradi sono la
presenza di piante ad alto fusto e di acqua che scorre.
Aosta ha la particolarità di avere una rete di canali irrigui che
l’attraversano: il riuscire a ripristinare la fitta rete dei canali secondari e
terziari di cui è composta la rete irrigua e riportarli alla vista diventa se
abbinata alla presenza di un’importante ombreggiatura un elemento di
calmierazione delle temperature estive. Il connubio perfetto tra ombra e
acqua corrente diventa elemento che funge da “climatizzatore” naturale.

Respirare aria pura: la cura delle matrici ambientali primarie
L’aria condiziona sensibilmente la qualità della vita dell’uomo e
dell’ambiente. Le iniziative adottate sul territorio aostano nell’ultimo
decennio hanno portato a un livello buono/ottimo di qualità dell’aria,
come dimostrano gli studi di ARPA Valle d’Aosta. In particolare, per
quanto riguarda i valori medi annuali di PM10 e PM 2.5, inquinanti
critici soprattutto in ambito urbano (anche per le caratteristiche
morfologiche e climatiche della piana di Aosta che, soprattutto nel
periodo invernale, la rendono soggetta ad apporti di inquinanti
provenienti dalla Pianura Padana) sono in costante diminuzione,
attestandosi ampiamente al di sotto dei valori di riferimento previsti
dalla normativa. È dunque fondamentale proseguire sulla strada
intrapresa, ad esempio incentivando al massimo il passaggio al
teleriscaldamento, riducendo il traffico veicolare in Aosta e nella Plaine
(vedi capitolo mobilità), ampliando il verde pubblico in modo cha abbia
l’effetto di intercettare in parte gli inquinanti (vedi capitolo aree verdi e
adatta-menti al cambiamento climatico), ecc.

Udire buoni suoni
Importante deve essere anche l’attenzione che Aosta 2020 vuole porre
nei confronti del rumore ambientale, inteso come potenziale fonte di
disturbo alla quiete, ma anche valorizzando la dimensione animativa
della città, che si serve di musica, parole, corporeità in movimento e va
tutelata e promossa.

Sì, restare!
La ricettività alberghiera, luogo di ristoro del pellegrino, si è trasformata
negli ultimi anni riqualificandosi in termini di elevazione della qualità
complessiva e aumentando il radicamento nel tessuto storico del centro
attraverso l’apertura delle numerose chambre d’hotes, B&B ecc… Più di
recente, la diversificazione ha visto nascere formule di home sharing,
ovvero di affitti brevi che incrementano sensibilmente la capienza e
dunque alimentano il flusso turistico: tali processi vanno accompagnati,
in modo da garantire la tracciabilità delle presenze sul territorio e
garantire standard minimi di qualità e da non causare un progressivo
svuotamento dei quartieri storici da parte dei residenti.
Per permettere infine anche ai “viaggiatori con casa al seguito” di trovare
luoghi di sosta confortevoli ad Aosta, è opportuno riqualificare le attuali
aree camper e pensare a eventuali riposizionamenti funzionali e capienti.

Non solo il patrimonio artistico e culturale materiale, ma anche quello
immateriale ha un valore attrattivo e identitario fondamentale per la
città di Aosta: gli eventi consolidati negli ultimi anni come Aosta
Classica, Enfant Theatre, GiocAosta, Strade del Cinema, Artisti di
Strada in primis devono vedersi assicurato un contributo economico
sufficiente e stabile, un supporto logistico e amministrativo competente e
strutturato, capace di drenare contributi pubblici o privati di altri enti.
Questo consentirebbe di effettuare programmazioni pluriennali,
concordate tra l’assessorato competente e l’Amministrazione regionale,
l’Office du Tourisme in modo da attrarre fidelizzare target selezionati di
turisti offrire un’occasione di crescita per la cittadinanza. Altre iniziative,
promosse insieme ad altri enti pubblici, associazioni, enti no profit
dovranno animare la città nei mesi di bassa stagione turistica, in
particolare a marzo, aprile, maggio, ottobre e novembre, dando voce al
territorio, ma anche agli scambi, ai confronti con il resto del Mondo
attorno a temi di interesse comune.
Anche la Banda municipale di Aosta e la sua scuola, realtà consolidate e
importanti per la città potranno crescere ulteriormente se si favoriranno
le condizioni per collaborazioni di rete con altre istituzioni, enti e
soggetti pubblici e privati impegnati nella formazione musicale.

Una città Aperta
Aosta deve essere una città aperta a tutte e a tutti, senza che il diritto a
essere se stessi/e sia messo in discussione da nessuno.
Il Comune di Aosta ha aderito alla rete RE.A.DY volta al contrasto e al
superamento delle discriminazioni per orientamento sessuale e identità
di genere. Per far sì che l’adesione non sia soltanto formale, occorre
potenziare la lotta contro ogni tipo di discriminazione attraverso la
promozione di azioni di sensibilizzazione ed eventi in occasione, per
esempio, del 17 maggio, giornata internazionale contro
l’omolesbobitransfobia o attraverso la partecipazione attiva ad incontri
ed eventi organizzati dalle istituzioni o dalle associazioni competenti.

II.LA PORTA MANZETTI
o della modernità

La terra di nascita del primo inventore del più importante oggetto che
oggi ci accompagna ogni giorno, il telefono, è aperta alla produzione,
all’impresa, alle nuove invenzioni e alle comunicazioni moderne: reali e
virtuali.

Operosità e movimento
La porta sud deve ospitare un HUB verso il quale convergono tutte le
principali reti di trasporti pubblici e privati in ingresso e uscita dalla
città, all’interno di un vero “nodo di rete” dei flussi della Plaine dove
ridefinire il sistema locale della mobilità su gomma e su ferro, con la
possibilità di ripensare anche l’attuale attestamento della stazione delle
autolinee e le modalità di accesso alla stazione ferroviaria e dal quale si
diramano tutte le soluzioni smart per abitare la città.
Affinché il traffico di passeggeri e merci trovi un polo di raccolta, è
necessario favorire la costruzione di una nuova uscita autostradale in
prossimità dell’area Cogne da collegare ai parcheggi di attestamento
esistenti o di nuova realizzazione, quale indispensabile “moltiplicatore”
di accessibilità verso la città, snodo unico e fondamentale per porre il
capoluogo regionale realmente al centro del sistema di trasporto
veicolare interregionale e transfrontaliero. La porta è luogo elettivo
anche per ipotizzare eventuali mezzi di comunicazione green con altre
località di alta montagna con le quali Aosta potrebbe allacciare nuove
relazioni privilegiate attraendo nuovi flussi turistici. Ciò permetterà di
raggiungere comodamente e senza commistione con la viabilità urbana
gli uffici, i servizi, i presidi sanitari, i luoghi dello shopping, i beni
artistici e culturali da parte di chi arriva da fuori città.

Nuove e antiche bellezze
La funzione di fulcro della mobilità e della modernità della Porta Sud
assume una valenza ancora maggiore in ragione della presenza nell’area
della stazione della cabinovia Aosta – Pila e del principale ipermercato
della città, le cui funzioni devono essere coerentemente e organicamente
connesse con il tessuto urbano della parte meridionale della città per
fare del nodo intermodale l’occasione per allargare verso sud il
(bari)centro di Aosta, favorendo il consumo sociale di quegli spazi rimasti
da sempre esclusi dalle “mappe mentali” con le quali i cittadini vivono la
dimensione urbana.
In questo scenario diventa decisivo riuscire a superare/annullare la
barriera fisica costituita dalla tracciato della ferrovia, soprattutto
adoperandosi per concordare con RFI la riduzione dell’area di risulta
della stazione verso ovest, per ricongiungere le Mura romane alla Dora
Baltea, sviluppando una grande piazza e un percorso pedonale per
valorizzare la cerchia muraria e le sue antiche porte, avvicinando così il
verde e la neve della montagna di Pila al centro cittadino e coniugando
esteticamente e fisicamente la parte di archeologia industriale con quella
attualmente attiva, come testimonianza di un intreccio vivo tra storia e
tempo presente.

Un futuro green di idee e creatività
L’area industriale recuperata per l’insediamento di nuove start up ad
alto contenuto d’innovazione e sviluppo tecnologico è il potenziale
propulsore di idee anche per la città che le ospita: occorre incentivare
l’ideazione di prodotti e soluzioni per la città nuova, per la creazione di
una Smart City, dove, per esempio, i lampioni che hanno sensori del
traffico e i flussi sono costantemente monitorati, ma anche le persone
anziane a domicilio ricevono assistenza tempestiva a fronte di
segnalazioni d comportamenti anomali registrate da appositi sensori
(non assumono le medicine salvavita per es.). La zona, per la sua
perifericità, può diventare anche luogo di incontri, come in molte aree
industriali dismesse, sede di mostre temporanee, pub, circoli culturali,
laboratori artistici, teatri di kermesse musicali senza rischi di
inquinamento acustico per le aree limitrofe.

Un grande tema di oggi e di domani è il risparmio di energia:
nell’illuminazione, nella gestione dei riscaldamenti e condizionamenti
sono punti essenziali per un recupero di risorse economiche sia da parte
del pubblico che da parte del privato: Aosta 2020 si fa promotrice di una
campagna di sensibilizzazione aggiuntiva mirata a spiegare come
risparmiare energia attraverso uno stile di vita consapevole, alla
prevenzione e riduzione della produzione di rifiuti, ma anche favorire la
conversioni dei riscaldamenti verso fonti rinnovabili, a partire dai propri
immobili, mirando a raggiungere un Bilancio a Emissione CO2 zero.

Aosta è anche una città che ha nel suo tessuto urbano un’acciaieria, che,
sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista socio-economico,
è sicuramente rilevante. Pur consapevoli del fatto che i livelli di
monitoraggio su questo particolare sito industriale sono a livelli molto
accurati, come dimostrato dagli studi svolti nel tempo da ARPA Valle
d’Aosta, è fondamentale non abbassare la guardia, anche a fronte delle
recenti vicende giudiziarie che hanno riportato l’attenzione, ad esempio,
sulla falda acquifera, e continuare ad essere di stimolo nell’ambito dei
tavoli di confronto come l’Osservatorio comunale della qualità dell’aria,
prevedendone addirittura un allargamento a tutte le matrici ambientali,
ad esempio istituendo un più ampio Osservatorio comunale sulla
qualità dell’ambiente urbano di Aosta.
Questi tavoli di confronto, nei quali far incontrare le Aziende, gli Enti
pubblici, le Associazioni ambientaliste, altri portatori di interesse e gli
Enti preposti al monitoraggio e allo studio scientifico in campo
ambientale, sono il luogo nel quale è possibile approfondire tematiche
delicate e complesse, ma anche nei quali poter essere voce propositiva e
concreta nella formulazione di strategie coordinate per puntare ad un
sempre maggior miglioramento della qualità dell’ambiente della nostra
città.
L’impresa moderna deve promuovere un’economia circolare, ovvero un
modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito,
riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti
esistenti il più a lungo possibile. In tal senso un primo passo sarà la
realizzazione della parte dedicata al recupero e valorizzazione di
manufatti all’interno dell’isola ecologica già prevista nella nuova gara
regionale sull’appalto dei rifiuti. Il concetto di filiere e rete consente poi
di sviluppare un’economia sociale volta a creare interazioni fra i cittadini.
La coalizione si impegna a prevenire e ridurre i rifiuti solidi urbani. Il
nuovo appalto, che segue le indicazioni di indirizzo del consiglio
comunale vanno nella direzione indicata dall’unione europea di
produzioni minime di rifiuti, ma ci sono margini di miglioramento anche
nella collaborazione di strategie con gli esercenti del comparto
accoglienza e ristorazione, gli organizzatori di manifestazioni, ecc.
L’obiettivo di una raccolta differenziata di gran lunga superiore
all’attuale, pregevole 65% e di alta qualità rimane l’altra componente per
ridurre il conferimento di rifiuti in discarica e i costi nel medio periodo.
Lo strumento tecnico che verrà messo in campo per una distribuzione
equa dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti è la tariffazione
puntuale, sulla quale sarà effettuato un attento monitoraggio che
consentirà di rivedere anche alcune politiche di agevolazioni sul servizio
come: aggiungere allo sgravio previsto oggi per chi pratica il
compostaggio domestico anche una agevolazione per chi lo effettua in
forma di compostaggio collettivo o con altre eventuali formule.

III.LA PORTA DELLA STORIA E DEL CORPO
o dell’area megalitica e dello sport

Dalla porta ovest inizia la Storia dell’uomo nelle terre di Aosta: l’Area
Megalitica conserva i primi segni della presenza di una comunità
che, nei millenni, lascia tracce sempre più evolute, forme d’arte ed
esempi di perizia e ingegno; è anche la zona del polo sportivo di
Montfleury: qui il corpo, essenza dell’essere umano che contiene la mente, si
rigenera ritrova tono e forza.

L’Area Megalitica è emblema di una profondità culturale che la città deve
esaltare e non solo ospitare come un corpo estraneo. Tutte le opere
culturali, artistiche e architettoniche che punteggiano la città come
monadi devono essere collegate non solo dai trasporti pubblici e dai
percorsi pedonalizzati, ma anche da storie, narrazioni fatte di totem
esplicativi, di richiami iconografici evocativi, nuove opere d’arte che
rivisitano quelle antiche in luoghi della città periferici o grigi. Ma anche
le botteghe e i negozi devono far respirare il clima di un allestimento
museale anche temporaneo che dal centro della città si deve diramare
nei quartieri meno frequentati, quelli che combattono contro
l’anonimato e la marginalizzazione – primi fra tutti il Quartiere Dora e il
Quartiere Cogne ma anche alcune vie limitrofe al centro storico – perché
la bellezza sia patrimonio di tutti, vicina a ciascuno. Anche
l’associazionismo e il volontariato culturale potranno svolgere un
prezioso ruolo di collettori e animatori culturali, insieme alle guide
turistiche, che rappresentano un patrimonio di competenze da
valorizzare.
E poi un’App TuttAosta scaricabile in loco sul proprio smartphone può
accompagnare i turisti in un viaggio che faccia recuperare le
stratificazioni storiche della città mentre la si attraversa tutta, non solo da
Piazza della Repubblica all’Arco di Augusto, perché la storia continua e
conserva molte avventure da raccontare e rivivere dopo l’Impero
Romano o il Medioevo.
Ogni luogo di interesse turistico, i due musei archeologici, gli
allestimenti museali temporanei, ogni evento deve essere
opportunamente promosso in collaborazione con gli operatori turistici,
commerciali e l’Office du Tourisme, in modo che sia agevolata la vendita
di pacchetti turistici integrati, mirati rispetto ai diversi “target” di
visitatori.

La Storia di sviluppo urbanistico della città che dall’epoca romana
giunge fino ai nostri giorni deve fare i conti con la saturazione degli spazi
edificabili e una maggiore flessibilità nel loro uso: non si può
incrementare ulteriormente il consumo di suolo senza compromettere
l’ecosistema e il quadro idrogeologico in cui Aosta è inserita, ma si deve
proseguire nello sviluppo. Per questo occorre recuperare aree dismesse o
degradate e riqualificarle, destinandole a usi flessibili, modificabili nel
tempo, consentire nuove costruzioni solo a fronte di equivalenti recuperi
di zone da convertire a verde pubblico entro il perimetro urbano per un
complessivo Consumo zero del suolo.
Particolare attenzione, a questo proposito, sarà posta al fatto che la scuola
provvisoria in costruzione in Via Chabod a supporto del Liceo Bérard sia
effettivamente provvisoria, una volta ultimata la sua funzione di “scuola
polmone” atta a permettere il recupero e alla messa a norma degli edifici
scolastici esistenti, e dunque sia garantito il successivo ripristino delle
condizioni ambientali precedenti.
Il risparmio energetico è un imperativo al quale si lega un volano
economico e sociale importante e implica un processo di
riqualificazione del patrimonio edilizio esistente che non risponde ai
moderni requisiti energetici. A tale riguardo, Aosta 2020 prevede, in
accordo con l’ARER, la realizzazione di un importante intervento di
miglioramento energetico di tutta l’edilizia residenziale pubblica, per
migliorare il confort abitativo generale e per mantenere un congruo
valore di mercato.
Nella riorganizzazione della trama edilizia vanno inclusi i molti edifici
pubblici diventati contenitori vuoti e spesso in degrado: tali edifici
devono essere recuperati e restituiti alla città anche prevedendo
l’intervento di investitori privati e con particolare attenzione alle
necessità dell’edilizia scolastica.
Le edificazioni destinate all’ampliamento dell’Ospedale e alla sede
dell’Università della Valle d’Aosta sono parte della storia recente,
possono cambiare il tessuto urbanistico e la vocazione di intere parti di
città e collegate con altri interventi – pensiamo alla riqualificazione delle
arcate del Plot e al ridisegno di Piazza della Repubblica, da trasformare
in polo di aggregazione per gli studenti e polmone verde ovest. Per ciò, in
accordo, queste devono essere oggetto di una attenta concertazione con
l’Amministrazione regionale secondo le rispettive competenze, anche alla
luce delle mutate condizioni economiche e sociali.

Quartiere Cogne: una storia operaia, un futuro giovane e multicolore
Per la posizione strategicamente prossima al centro e alla costruenda
Università, l’intervento di recupero deve costituire un’occasione per la
rivitalizzazione del quartiere, ipotizzando la presenza di servizi per gli
studenti compresa la residenza, anche con formule di co-housing
sociale in appoggio a persone con disabilità, anziani non autosufficienti e
la crescita di insediamenti per attività artigianali e commerciali.
Per questo è necessario lavorare in sinergia con le associazioni che
lavorano sul territorio, individuando luoghi strategici dai quali rievocare
la storia del quartiere Cogne come l’ex lavatoio, i giardinetti per i
bambini e il campo da basket. Anche sul fronte della sicurezza, oltre ai
progetti di videosorveglianza è indispensabile pianificare azioni di
educazione, prevenzione e sorveglianza diretta in accordo con le
associazioni del territorio e le autorità pubbliche competenti.
Lo storico Palazzo Cogne deve essere oggetto di un intervento di
recupero per valorizzarne le peculiarità architettoniche ed in seguito, al
suo interno, considerata anche la sua posizione di cerniera tra il centro
storico e il Quartiere Cogne, devono trovare collocazione innanzitutto lo
storico Circolo ricreativo che rappresenta un patrimonio collettivo da
salvaguardare e poi attività culturali e/o amministrative al servizio dei
cittadini. In un’ottica di uso polivalente e di incremento del capitale
sociale, i piani alti del Palazzo potrebbero trasformarsi in studentato
pubblico e luoghi di studio, con eventuali agevolazioni sulle locazioni in
caso di disponibilità a svolgere attività di volontariato a favore della città
o presso il circolo ricreativo sottostante e la condivisione di spazi
collettivi per svolgere attività sportive e arti performative.

Un sistema per lo sport
I Poli sportivi Montfleury, Tzamberlet Palaindoor necessitano di
riqualificazione e valorizzazione, vanno collegate – anche da iniziative
intermedie – e rese complementari in modo da costruire una integrata
Cittadella diffusa dello Sport. Tuttavia queste realtà possono collegarsi e
fiorire solo con il supporto diretto di federazioni ed associazioni di
promozione sociale presenti sul territorio, della consolidata
collaborazione tra il Comune di Aosta e il CONI. Questo non solo per
l’organizzazione di eventi agonistici e amatoriali a carattere annuale, di
attività promozionale e progetti e programmi di avvicinamento e
avviamento allo Sport olimpico, paralimpico ed amatoriale – in
collaborazione con le scuole valdostane –ma anche di gestione condivisa
degli impianti, tramite contratti di concessione diretta pluriennale. Per
questo è intenzione della coalizione realizzare un Tavolo di
concertazione con tutte le Associazioni Sportive Dilettantistiche
interessate, per valutare e sostenere le azioni necessarie a efficientare i
servizi al cittadino, garantire la sostenibilità nella gestione degli impianti
e gli investimenti per la gestione straordinaria degli immobili, ma anche
per permettere alle associazioni un respiro imprenditoriale e di libera
iniziativa tale da rendere appetibili le garantire un contenimento di
costi, di massimizzazione degli orari di utilizzo delle strutture e di
investimenti, anche tramite partnerships pubblico/privato, per
l’ammodernamento delle attuali strutture.
Le iniziative sportive sono da sostenere e promuovere insieme
all’associazionismo anche in virtù dell’azione formativa, educativa e di
prevenzione del disagio giovanile che esse rappresentano: compito della
Amministrazione comunale è contribuire alla crescita di competenze e
sensibilità rispetto a questi temi da parte di operatori, dirigenti e famiglie
che partecipano attivamente a questi progetti, anche per favorire stili di
vita fisicamente attivi per contrastare la sedentarietà e i conseguenti
rischi per la salute. Per questo vogliamo porre la massima attenzione alla
gestione, riqualificazione ed implementazione di spazi e luoghi ludici di
libera fruizione interne alla città, per valorizzare le aree gioco attrezzate
esistenti, creare nuovi campi da gioco (play ground e simili), organizzare
percorsi pedonali per lo “street walking” da affiancare ad itinerari
turistici, fino alla valorizzazione dei punti di accesso verso il percorso
ciclo/pedonale lungo la Dora, oggi poco segnalati e/o in stato di dissesto.

IV. LA PORTA DEI MERCATI E DEI POPOLI
o degli scambi e delle differenze

La porta è teatro di incontro tra cittadini attorno alle cose di cui servirsi
per vivere, dove si ammira una variopinta compresenza di persone
provenienti da terre diverse, da generazioni intere che si sono insediate
in passato provenendo dal Piemonte, dal Veneto, dalla Calabria e poi da altri
paesi d’Europa e del Mondo per contribuire a rigenerare una città
continuamente nuova.

La Porta Est ha una forte connotazione commerciale ma al tempo stesso
è congestionata dal traffico di scorrimento. In collaborazione con i
Comuni limitrofi, occorre migliorare gli accessi e i servizi a favore delle
attività commerciali e terziarie.

Il valore delle differenze, i frutti del territorio

L’area del Mercato Coperto sia recuperata, anche coinvolgendo gli
operatori economici della zona, attraverso un progetto pubblico/privato
che riqualifichi la zona e non solo l’immobile specifico, permettendo a
botteghe gastronomiche di vendere da asporto o da consumare in un
luogo comune centrale prodotti tipici locali e delle aree alpine, ma anche
dedicando uno o più spazi-bottega da riservare a cucine regionali e
tradizionali europee ed extraeuropee occupabili a settimane o mesi per
turnazione. Accanto allo spazio per il consumo di cibo, un’agorà per
eventi, spettacoli, concerti.

Il centro storico, salotto buono della città, deve essere pensato come un
vero e proprio “centro storico commerciale”, implementando la
collaborazione tra l’Amministrazione e le categorie dei commercianti e
degli altri attori economici interessati al fine da massimizzare gli sforzi
per rendere l’offerta commerciale sempre adatta alla domanda stagionale,
promuovendo eventi, spettacoli e manifestazioni capaci di “accendere le
luci delle vetrine” anche la sera. Anche in questo caso è importante
“allargare” la percezione delle vie centrali agendo sulla riqualificazione
delle pavimentazioni delle piccole vie pedonali che si innestano sul
Cardo e sul Decumano romano, ovvero completare la riqualificazione di
via Losanna come spazio di loisir accogliente ed esteticamente godibile.

I nuclei commerciali di periferia che stanno perdendo locazioni
desertificando intere vie siano rivitalizzati attraverso incentivi, sgravi o
agevolazioni a coloro che intendono aprire botteghe artigiane, rivendite
di prodotti del territorio o del patrimonio enogastronomico nazionale di
qualità, siano altresì promosse iniziative per la costruzione di una
insegnistica coerente collegata alla storia del centro storico e degli
antichi negozi di montagna. A questo potrebbe legarsi la promozione, in
accordo con l’Amministrazione regionale, di un’Alta Scuola
Internazionale di Design e Scultura del Legno, che preveda il
coinvolgimento di artisti e designer di fama, costituisca un centro
culturale di eccellenza formativa del made in legno cui collegare
workshop, mostre permanenti e temporanee. La scuola dovrebbe
prestare attenzione non solo alla produzione artistica contemporanea ma
anche agli oggetti di uso quotidiano, in un’ottica di produzione anche
industriale e rappresentare il bacino dal quale attingere per la vendita
nelle botteghe.

Agli artigiani e alle imprese che effettuano interventi di manutenzione
o ristrutturazione dovrà essere garantita la possibilità di ottenere
rapidamente e in via telematica i necessari permessi.

In una città moderna gli spazi urbani sono soggetti a continui
cambiamenti di destinazione d’uso: occorre individuare forme di
concertazione tra pubblico e privato adottando i Programmi integrati
per la riqualificazione del territorio di cui all’art. 51 della l.r. 11/1998.

L’uso degli spazi pubblici da parte di impresa e commercio (dehors in
primis) è oggi soggetto a eccessive regolamentazioni: occorre favorire tale
uso anche a titolo gratuito a condizione che la concessione includa cura
e manutenzione e incentivi iniziative a ricaduta sociale (pasti e caffè
sospesi, banche del tempo, concorso nell’incrementare il decoro urbano
ecc…).
La città va amata dai cittadini che la abitano: per le nuove generazioni
come per i nuovi residenti, i migranti che hanno intenzione di vivere e
lavorare qui, occorre offrire un progetto di cittadinanza che racconti le
bellezze di questo luogo e la sua storia, permetta loro di visitare i luoghi
d’arte e di cultura più significativi, ma anche di conoscere i servizi e le
opportunità offerte dalla comunità: solo se lasceremo ai posteri le ragioni
per “sentirsi parte” di una terra, nulla del nostro patrimonio di ricchezze
andrà perduto.

NEL CUORE DELLA CITTA
Si concentrano tutte le anime identitarie della città e si coagulano attorno a due
dimensioni diverse: quella delle organizzazioni e del pensiero sulla comunità,
quelle dei progetti di vita delle persone e dei gruppi.

Al Centro, Progetti di vita


La vita di ogni cittadino, di ogni famiglia va accompagnata e sostenuta dalla

sua comunità in ogni fase attraverso agevolazioni, aiuti e servizi il più possibile
personalizzati e sostenibili, ma anche capaci di aumentare il capitale sociale
della comunità e la sua anima solidale.

In una comunità moderna il pubblico, nell’aiuto alla persona, può poco
da solo, senza la cooperazione dei cittadini sensibili e solidali. Il mondo
del terzo Settore – cooperazione, volontariato e fondazioni – cuba per
circa 67 miliardi di euro, un fatturato pari al 4,3% del PIL, superiore
all’intero settore della moda Made in Italy, oltre ad interpretare e
veicolare i valori dell’educazione per tutti, di convivenza civile e di
promozione umana.

Per ciò si propone di promuovere e sottoscrivere un patto triennale di
cooperazione tra Terzo Settore (volontariato, cooperazione sociale,
fondazioni), Amministrazione comunale e imprese per promuovere
azioni di rilevanza sociale a favore della tutela di ambiente e territorio,
aiuto alle persone fragili, difesa della legalità, decoro e conservazione dei
beni pubblici, contribuendo alla crescita di una cultura della
responsabilità sociale d’impresa.

Per una nuova e più flessibile gestione dei servizi alla persona dalla
prima infanzia alla vita anziana, occorre studiare forme di estensione,
anche contribuendo alla stesura di una legge regionale dedicata, dello
strumento della coprogrammazione e della coprogettazione sociale in
città in modo da cambiare paradigma nella gestione e nello sviluppo di
interventi pubblici a favore di bambini, giovani, adulti fragili, persone
anziane.

La città di domani parte dall’attenzione per la natalità e dalla qualità dei
servizi per la prima infanzia. Per ciò che riguarda il primo punto, Aosta
2020 intende aggiungere un suo contributo economico a quelli già
stanziati dallo Stato per sostenere le famiglie con nuovi nati.

Per il secondo punto, si rende necessario oggi un sistema di offerte
differenziate e flessibili, per assecondare esigenze sempre cangianti di
conciliazione famiglia/lavoro, per compiere scelte strategiche
economicamente sostenibili, ma anche per rispettare caratteri e
sensibilità diverse dei singoli bambini, più vocati precocemente alla
convivenza o ancorati a dinamiche simili a quelle familiari.

Dunque, si può ipotizzare una evoluzione dell’offerta che integri e renda
flessibile l’intero sistema, attraverso la concessione d’uso di spazi e di
accreditamenti per modulare nidi, micronidi e tate familiari secondo le
nuove esigenze delle famiglie aostane, con attenzione alla prossimità, ai
legami con le varie aree urbane ed extraurbane e alle istanze educative
avanzate dalle famiglie.

Per monitorare un fenomeno in rapida evoluzione e dare risposte di
qualità elevata e di riconosciuta appropriatezza, si propone di creare un
Osservatorio/Centro Studi Aosta Infanzia in partnership con
l’Università della Valle d’Aosta, i coordinatori e alcuni educatori
rappresentanti dei gestori dei servizi che monitori fin dalla nascita le
esigenze delle famiglie rispetto alle necessità di conciliazione famiglia/
lavoro, orienti la formazione e promuova esperienze di ricerca-azione in
c o l l a b o r a z i o n e c o n i l Di p a r t ime n t o Po l i t i c h e So c i a l i
dell’Amministrazione regionale, colleghi famiglie e servizi attraverso
azioni e strategie di confronto, collaborazione cooperazione educativa,
valorizzi le attività sperimentali svolte nei servizi anche attraverso la
gestione di uno spazio web dedicato alla diffusione di buone pratiche
educative e di inclusione sociale, riflessioni, dibattiti e attui, ai sensi della
legge Iori, una vera continuità educativa 0-6 anni anche utilizzando
risorse economiche nazionali.

Una città intelligente abbatte le barriere tra diversità, rende tutti i
cittadini, anche quelli con disabilità, con fragilità di tipo sociale,
economico, linguistico e culturale, nelle condizioni di percorrere,
abitare e vivere il territorio e le relazioni con il massimo possibile di
ricchezza e intensità: La coalizione Aosta 2020, insieme al Terzo Settore,
facilita in ogni modo le forme di autonomia e di autodeterminazione dei
cittadini, senza alcuna discriminazione: dunque progetta opere, servizi,
attività, eventi e iniziative pubbliche prestando attenzione a non lasciare
nessuno escluso.

La Cittadella dei Giovani è centro propulsivo d’idee e iniziative da
distribuire con maggiore capillarità sul territorio cittadino, ma anche
nell’intera regione nonché di aggregazione delle iniziative per le nuove
generazioni: la collaborazione con gli enti gestori di oggi e di domani
deve proseguire in un piano di valorizzazione delle potenzialità
espressive e creative dei giovani, di intercettazione di vocazioni, di
desideri di realizzare una parte del proprio destino. Sarà opportuno
valutare la possibilità di concedere in concessione per un lasso
prolungato di tempo la struttura a un consorzio di soggetti, anche a
seguito di una procedura di coprogettazione, che concorrano alla
gestione straordinaria dell’immobile, perseguano gli obiettivi del servizio
secondo un piano pluriennale di sviluppo. L’anima transfrontaliera del
progetto è ancora da sviluppare e può trovare forme di manifestazione
attraverso iniziative di progettazione finanziata con ulteriori risorse
europee.
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Anche il Teatro Giacosa e il Café du Theatre possono diventare
occasioni per coniugare promozione sociale ed economia dello
spettacolo e delle arti per i giovani: attraverso un bando di
coprogettazione si può proporre il consorzio tra tutte le scuole di arti
performative e cooperazione sociale di tipo B che permetta al teatro di
vivere 250 giorni l’anno dando casa a molte realtà vitali che pullulano
nel nostro piccolo ma fertile territorio. Contestualmente, è auspicabile
che sia recuperato il Café du Theatre trasformandolo in “Caffè Etico”
con prodotti bio e solidali cogestito da operatori specializzati della
cooperazione e persone con disabilità.

Perché i giovani diventino attori di bellezza in città, si propone la
promozione, anche con il concorso di finanziamenti nazionali, europei o
privati, di un bando per la trasformazione delle mura tristi della città
in opere d’arte, valorizzando giovani artisti di rilevanza internazionale e
giovani artisti locali che studino e producano insieme all’interno di
botteghe-stage residenziali.

Anche lo scenario della vita anziana è in continua evoluzione: è
indispensabile promuovere una politica della vita attiva che permetta alle
persone di rigenerare la propria esistenza in modo da autorealizzare una
parte non ancora espressa durante la vita lavorativa o continuare a
mettere a disposizione, per iniziative solidali, le competenze possedute e
maturate lungo tutta una vita. Aosta 2020 vuole contribuire, con il mondo
del Terzo Settore e con aiuti economici raccolti da fondi nazionali e
dell’unione europea, da fondazioni bancarie e da fondazioni di comunità,
a creare un complesso di attività, proposte e iniziative legate al bene
comune materiale e immateriale che coinvolga persone anziane attive
in modo coordinato e funzionale al benessere della comunità aostana.
per esempio, in un’ottica di legame tra beni materiali e capitale sociale, si
propone di coniugare progetti di abbellimento del decoro urbano, in
particolare nelle periferie, a iniziative di aggregazione e di
coinvolgimento dei cittadini residenti nell’area interessata. affinché
sentano loro il progetto, contribuiscano fattivamente alla sua
manutenzione e alla salvaguardia del bene restituito alla bellezza.

Contestualmente, per le persone anziane non autosufficienti, si intende
mettere a regime un sistema flessibile di risposte ai bisogni di aiuto,
assistenza e cura attraverso servizi domiciliari, semiresidenziali e
residenziali in regime di accreditamento, ma anche innovativi come
progetti di co-housing intergenerazionale, di assistenti personali di
condominio e forme di mutuo aiuto tra anziani attivi e non
autosufficienti, in una progettazione integrata, alimentata anche da
personale volontario specializzato, a volte incentivato attraverso
agevolazioni nel pagamento dei tributi, delle spese condominiali o la
disponibilità di ore di volontariato.

La struttura polivalente di Via Brocherel va ultimata tempestivamente
valutandone un uso flessibile, nel quale sia possibile anche sperimentare
forme di co-housing sociale a favore di persone anziane o con differenti
abilità e/o fragilità in accordo o in partenariato finanziario con enti del
terzo settore.

A titolo sperimentale, si propone altresì, nei prossimi affidamenti di
servizi, introdurre figure di educatori specializzati in animazione per
persone anziane nei servizi residenziali e semiresidenziali.

Il Comune di Aosta si accrediti al Servizio Civile Universale anche
alleandosi con altri enti pubblici e soggetti del Terzo settore operanti sul
proprio territorio, per reclutare giovani volontari capaci di animare i
quartieri periferici con iniziative culturali e insieme di aggregazione e
prevenzione del disagio, centri diurni, presidiare spazi di incontro tra
cittadini, affiancare gli operatori specializzati nei servizi di prossimità,
assistere persone anziane e con disabilità nell’accesso agli sportelli aperti
al cittadino.
Il cuore della città è misura di famiglia: la coalizione propone
l’istituzione di una rete aperta di Certificazione dei servizi e delle
iniziative “Aosta Family Friendly” come marchio di attenzione promosso
dalla città, che viene rilasciato a tutti gli operatori, pubblici e privati, che
si impegnano a rispettare nella loro attività i requisiti stabiliti dalla
Giunta per soddisfare le diverse esigenze delle famiglie.
Aosta come territorio “amico della famiglia” mettendo in relazione le
diverse realtà anche associative come il Forum delle famiglie, ai servizi
dedicati già presenti come il Centro per le Famiglie.

Le piazze, i parchi: custodi di storie intrecciate…

Le piazze e i parchi sono l’anima sociale della città.
Negli spazi verdi già esistenti, dal parco di Entrebin, ai Giardinetti di
Excenex, passando per il parco Fontaine de Saint Ours, l’Emilio Lussu
e quello di Regione Saumont devono essere assicurati efficienti sistemi
di irrigazione, la piccola manutenzione ordinaria e il rinnovo, ove
necessario, degli arredi; ma alle forme di animazione già esistenti, si
creino nuove iniziative che valorizzano quanto di nuovo è nato e
cresciuto tra queste mura: per esempio dei presidi GiocaAosta, nei quali
volontari e animatori ove possibile e per alcune ore al giorno, mettano a
disposizione e presidino “spazi ludici” dove giovani di ogni età possano
socializzare attraverso la pratica evergreen dei giochi da tavolo, no digital.

Gli spazi verdi nuovi e quelli in via di costruzione, come il Parco
Tourneuve, sito all’interno delle mura romane nell’angolo nord-ovest,
siano pensati in modo intergenerazionale, dove ogni età possa trovare
ragioni d’interesse intrecciate con quelle di persone più giovani o più
anziane: sport, eventi, spazi gioco, aree per animali d’affezione, agorà
culturali, orticolture/floricolture didattiche siano animate attraverso la
promozione d’iniziative di collaborazione tra persone diverse e non solo
di frequentazioni passive o transitorie. E accanto alle aree verdi, collegate
tra di loro attraverso una cartellonistica comune, magari ispirata ai vecchi
giardini parigini, ci siano presidi commerciali smart, promotori di
alimentazioni sane e moderne o spazi per periodiche iniziative
gastronomiche locali, italiane e internazionali anche per i turisti.
Il grattacielo di Via Cap. Chamonin sia finalmente abbattuto e sostituito
da un parco tematico, finanziato dall’Unione Europea che racconti la
storia del quartiere operaio e il suo rapporto con le Acciaierie Cogne,
siano individuati contestualmente e collegati da un itinerario turisticoculturale
alcuni presidi intorno che necessitano di riqualificazione e
interventi di ristrutturazione dedicati alle storie dei cittadini valdostani e
dei migranti dell’ultimo secolo.

Lo Stadio Puchoz segua un percorso di trasformazione che parte
dall’abbattimento delle mura divisorie, al reperimento di risorse per la
trasformazione in un parco tematico dedicato alla storia degli Sport di
Montagna e degli sportivi olimpionici in Valle d’Aosta.

Aosta è la prima città in Europa che ha sviluppato un progetto di orti
sociali. Questa caratteristica della città va preservata e sviluppata in
un’ottica di trasformazione in orti didattici per favorire lo scambio di
competenze tra persone anziane e giovani generazioni e di animazione
anche culturale, attraverso incontri all’aperto sulla sana alimentazione,
sull’orticoltura da terrazzo ecc… e di orto solidale, affinché parte della
produzione sia donata alle persone in difficoltà economica o per le quali
occorre promuovere azioni di educazione alimentare.

Progressivamente ad Aosta le piazze tornano all’uomo come liberi luoghi
di incontro. Una prima sfida è creare legami tra piazze oggi isolate:
Piazza Chanoux e Piazza San Francesco, in cui legare verde e agorà,
Piazza Giovanni XXIII, Piazza Caveri e Piazza Roncas, alla ricerca di una
storia antica, attorno al Foro Romano.

Quelle “minori” di Aosta sono destinate a una pedonalizzazione
completa, ma viva, animata in particolare nei mesi di bassa stagione
turistica, dove si creino spazi di incontro sociale e culturale con attrattive
stabili ed eventi periodici per i turisti e i cittadini. In alcune zone della
città non così centrali, per favorire l’organizzazione di iniziative artistiche
e culturali a cielo aperto attraverso allestimenti ed esposizioni di opere
d’arte, di tradizione dell’artigianato tradizionale valdostano e del
mondo, ma anche proposte innovative come videoinstallazioni e
performance digitali, potranno, in accordo con i servizi commerciali
presenti, creare isole pedonali temporanee realizzate tramite il
posizionamento di barriere mobili meccanizzate, integrate di decori e
fioriere.

Rafforzare un percorso di visita attorno ai Mercatini di Natale che dal
Teatro Romano, attraversando piazza Chanoux (sito dell’Albero di Natale)
si snodi lungo altre piazze, quali ad esempio Piazza della Cattedrale o
Piazza Roncas, allestite o animate, in modo da arricchire e dinamizzare
l’offerta turistica.

Nelle piazze storiche della città, sarà importante, con l’aiuto
dell’associazionismo culturale e delle compagnie teatrali operanti in
Valle d’Aosta, promuovere iniziative storico-culturali di recupero ed
evocazione delle storie civili e religiose avvenute in quei luoghi.
Aosta è città pet friendly, attenta alla vivibilità anche degli animali da
compagnia, con particolare riferimento ai cani. Una città dove il
benessere dei cittadini cresce di pari passo al benessere degli animali da
compagnia. Bisogna per ciò riprogettare gli spazi per gli amici a 4 zampe,
condividere la gestione delle aree attrezzate con le associazioni di
riferimento, promuovendo questa attenzione anche a vantaggio della
ricettività turistica.

La nuova Aosta potrà anche dotarsi di inediti spazi della cultura e dello
spettacolo, proprio intorno ai luoghi dove questi vanno in scena per
accogliere gli spettatori e valorizzare le opere in palinsesto di volta in
volta in programma. Per questo vogliamo riqualificare l’immediato
contorno del Teatro Splendor agendo su via Festaz da via Torre del
Lebbroso a via Trottechen, per creare uno spazio visibilmente
riconoscibile come piazza e che coinvolga anche le altre due emergenze
culturali presenti nelle vicinanze, quali la Torre del Lebbroso e la
Biblioteca Regionale. Una piazza ricavata agendo a livello di
pavimentazione, da chiudere al traffico in occasione di eventi e mostre,
sfruttando contestualmente la viabilità alternativa esistente al fine da non
recare alcun disagio agli abitanti, in modo da rappresentare un fattore
d’impulso allo sviluppo delle attività lungo una via immediatamente a
ridosso di quelle storiche centrali, oggi in cerca di identità.

Il motore amministrativo e gestionale della città
All’innovazione tecnologica della Pubblica Amministrazione va affiancato
un percorso di innovazione democratica. Pensiamo al Comune di Aosta
come un luogo aperto in cui la valorizzazione degli istituti di
partecipazione condivisa, la promozione di competenze e di
conoscenze, la trasparenza degli atti amministrativi e il ricambio
generazionale dei suoi dipendenti siano la strada maestra su cui
indirizzare il rinnovamento della macchina amministrativa. Siamo per
una società che permetta a tutti di accedere alla piena cittadinanza in
condizioni di pari opportunità e senza discriminazione di genere e di
ceto.

Secondo quanto previsto dal comma 4 dell’art. 118 della Costituzione
Italiana è fondamentale basare l’approccio amministrativo sulla
sussidiarietà e la partecipazione civica attraverso l’approvazione del
Regolamento per la gestione condivisa dei beni comuni. Questo
strumento, già utilizzato con successo da oltre 200 tra città e unioni di
comuni Italiani, permetterà di sviluppare un’idea di città aperta e fondata
sulla rigenerazione dei beni comuni urbani sia materiali che immateriali,
e per rafforzare il senso civico di ogni cittadino. Queste risorse
supplementari dovranno però essere spese con oculatezza privilegiando
gli ultimi per fare in modo che i cittadini possano costruire dal basso una
relazione di fiducia tra di loro e con le istituzioni.

È più che mai necessaria una struttura amministrativa performante,
capace di avvicinare i cittadini e le imprese ai servizi comunali,
concretizzare una reale semplificazione amministrativa e facilitare i
rapporti con i cittadini.

Due in particolare le priorità: occuparci del benessere organizzativo dei
dipendenti e garantire alla città una nuova governance tecnica e
strategica.

Aosta ha il dovere di occuparsi della propria ragione d’essere. Il futuro
della città dipende dalla capacità di vedere lontano e attrezzarsi con gli
strumenti più adeguati per raggiungere una méta ambiziosa.

Nei primi 100 giorni di legislatura interverremo sull’organizzazione della
dirigenza per assicurare un coordinamento moderno e competente, in
grado di incidere nelle azioni concrete e insieme nei disegni complessivi
dell’Ente.

Avremo l’urgenza e il dovere di prenderci cura dei nostri dipendenti
comunali, assicurando loro un clima organizzativo sereno e cooperativo,
un’adeguata riorganizzazione degli uffici, un rilancio della formazione
come strumento di crescita personale prima che organizzativa, una chiara
ed equa valutazione dei risultati per gratificare e incoraggiare chi
contribuisce a servire il cittadino nel modo migliore possibile.

Collaborare alla messa a punto di una piattaforma specifica per lo smart
working comunale da mantenere, ove possibile e per le figure possibili,
legandolo a obiettivi e performance misurabili.

Per avviare, gestire e monitorare i nuovi processi legati alla
modernizzazione si prevede la creazione di una Conferenza Permanente
della Città Intelligente, nella quale coinvolgere enti pubblici
imprenditori, terzo settore da specifiche figure politiche ed
amministrative di riferimento, delle strutture comunale degli ambiti
sopra descritti.

Per reperire risorse non ordinarie, è indispensabile costituire una unità
di progetto per la partecipazione a bandi europei o promuovere presso
il CELVA la creazione di una task force unificata per tutte le unité des
communes e per il Comune di Aosta.

Nell’ottica di una interazione sistemica tra i territori limitrofi, è
importante applicare le norme recentemente approvate in merito al
rafforzamento delle competenze del Conseil de la Plaine assegnando ad
esso nuove funzioni in materia di pianificazione non solo di
infrastrutture, ma anche di politiche di cooperazione e di sviluppo
socioeconomico, in particolare lungo gli assi Turismo-Cultura e Turismo-
Sport e in materia di integrazione tra servizi socio-assistenziali e sociosanitari.

Con il CELVA si prosegua in un rapporto di collaborazione che permetta
al Comune di Aosta di vedere preservate le sue peculiarità, ma nel
contempo favorisca tutte le iniziative di collaborazione e di
ottimizzazione di energie e risorse possibili con gli altri Enti Locali.

La coalizione intende proporre l’adesione del Comune di Aosta al
Comitato Italiano Città Unite, C.I.C.U., associazione di autorità locali
istituita formalmente nel 2001, sezione italiana della CGLU,
l’Associazione Mondiale delle Città e Governi Locali Uniti, nata dalla
fusione di due storiche associazioni dei poteri locali una delle quali
guidate per dieci anni da Giorgio La Pira e l’altra animata da Giulio
Dolchi, ex militante nelle file partigiane, Sindaco di Aosta dal 1954 al
1966 e poi Presidente della Regione autonoma Valle d’Aosta.

I satelliti della città amministrativa e gestionale

Occorre riorganizzare e rivisitare la mission dell’Azienda di Pubblici
Servizi SpA. analizzando modi e tipologie delle competenze affidate ad
oggi all’Azienda per una loro eventuale rettifica e implementazione.
Ripristinare la figura del Direttore generale come promotore ed
esecutore tecnico degli indirizzi politici espressi dal CdA.

Continuare a coltivare e rafforzare le forme di collaborazione con la
società di servizi informativi INVA quale garante della trasparenza e della
capacità di aggregare i fabbisogni pubblici per meglio ottenere economie
complessive. Promuovere, in particolare, soluzioni informatiche che
permettano nuove modalità di interazione tra cittadini e Comune,
estendere i servizi di video sorveglianza e della rete Wi-Fi nelle zone
della città ad oggi sprovviste e completare la migrazione dei dati sul
Data Center INVA per centralizzare e rendere più sicuri i dati stessi.

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